Vivo all’estero da un anno e mezzo e probabilmente questa è la domanda la gente mi rivolge di più in assoluto. E devo ammettere che spesso chiedo a me stessa: “Torneresti?”
La verità è che non lo so, che è un tema delicato e che non si può mai sapere. Razionalmente sai che la risposta dovrebbe essere no, e se rispondo di fretta, senza voler dare troppe spiegazioni, dico sempre di no. Perché in Spagna ho ricevuto opportunità di lavoro, con contratti regolari e stipendi legali. Mentre in Italia ho trovato solo aziende che cercano tirocinanti senza offrire nemmeno un becero rimborso spese e aziende che “Il contratto? Ma lo sai quanto mi costa?” e “Più di 600€ al mese proprio non te li posso dare”. Contano sul fatto che altre 1000 aziende ti offrirebbero lo stesso e perciò ti svaluti talmente tanto che ti senti obbligato ad accettare, e a volte anche a dover ringraziare se ti concedono qualcosa in più.
Ma la verità è che in Italia ci ho lasciato il cuore. E non parlo solo della famiglia e degli amici di una vita, parlo anche di quegli scorci pieni di ricordi, paesini mozzafiato meta della tue gite domenicali e ristorantini in cui non ti saresti voluta mai alzare dal tavolo. Parlo del fatto che una volta che sono tornata per dare un esame e mi sono recata a Roma, guidando fra le vie del centro sono scoppiata a piangere, commossa. L’Italia è un sentimento prima che un paese. E non importa quanto faccia schifo la politica, l’amministrazione del paese, le meritocrazia… è come il primo amore, magari a ripensarci adesso era un cesso, ma non potrai mai smettere di amarlo.
Grazie Maiorca perché mi hai accolta come fossi una sorella e perché mi fai sentire la benvenuta, ma mai potrai essere casa.
